Oggi da quando mi sono alzato dal letto ad ora è stata una continua corsa contro il tempo. Fai questo, vai li, torna qua, vai là e fai tutto al massimo, al 100%. Ovviamente il 90 per cento di tutto questo è il lavoro, poi rimane un 10 % che si divide fra sistema la tua vita oltre al lavoro e, a tratti, fai quello che ti piace. Perchè se mi chiedessero se mi piace fare quello che sto facendo, risponderei di no, che lo faccio perchè ne so e perchè mi dà del denaro con cui "sentirmi" libero o semplicemente mi permette di pagare le spese.
Un giorno ho sentito dire questa frase molto comune quanto a parer mio non veritiera: E' rarissimo fare ciò che ti piace e guadagnarci, o figuriamoci essere libero finanziariamente, si contano sulle dita di una mano i "fortunati". Quindi si tratta di fortuna, si tratta del caso che sceglie casualmente chi può e chi no? Io ci ho creduto che fosse così, alla fine ognuno si ha quel che si merita. Meritarsi qualcosa. Che cosa significa meritarsi qualcosa? Significa forse sudare sette camice per ottenere qualcosa? alla fine si dice anche, dopo tutto quello che hai fatto per arrivare qui, Te Lo Meriti! Significa dunque che per meritare devi sacrificarti, devi sudare, devi fare il triplo degli altri per meritarlo. Ho sempre fatto così nella mia vita fino ad oggi, gran lavoratore (anche se non viene visto o riconosciuto) di conseguenza il concetto del merito pèr me è stato questo fino ad ora. Poi è successo che pur "correndo sempre in salita", volendo fare e fare, a un certo punto non arrivava neanche più il merito che era mio di diritto per quanto fatto. Continuavo a correre, non mi fermavo e non volevo fermarmi. Facevo un sacco di cose al prezzo di lavorare molto, ma in tutto questo stavo percependo una "sensazione di libertà", riuscivo a fare molte cose e questo mi dava potere.
E poi un giorno mi sono fermato, nonostante tutti i benefici . . . ero stanco. Stanco di correre, stanco di lottare e poi per chi??? avevo bisogno di lasciare tutto. un pò come quando vuoi mandare tutto e tutti al diavolo e poi lo fai veramente. Non mi importava quasi più di niente se non di me. . . E' qui è accaduta la magia, che cosa succede se ti fermi, se arresti la continua corsa verso la tua meta o obiettivo perchè senti che è arrivato il momento di farlo.
Ho ascoltato il soffio della vita che mi stava invitando a osservare quello che stava accadendo, mi ha invitato a guardare il tutto da una nuova prospettiva. Non più io secondo quello che gli altri pensano dovrei essere/fare ma quello secondo cui io in base a quello che sussurra il cuore annullando le preoccupazioni del pensiero o parola altrui. Ha creato complicazioni per le persone che avevo intorno? Ovviamente si, quando si cambia la priorità tutto l'equilibrio che si era creato va totalmente distrutto e così dalle ceneri devi risorgere, devi ricostruire tutto seguendo la nuova priorità. Un pò come la Fenice. Ed è chiaro che nella costruzione della nuova "casa" c'è chi sceglierà di restare nonostante il tuo cambiamento e chi invece sceglierà di andarsene in cerca della sua strada. Sono brutte persone? Sono una brutta persona io? No. Questo però è inevitabile e solo l'accettazione, intesa come riconoscimento dell'altro in totale sincerità, è in grado di liberare energia, per trasformarti nella nuova versione di te stesso. Le persone entrano nella nostra vita con una missione ben precisa, quando la missione viene raggiunta le persone escono dalla nostra vita non perchè vogliono ferirci ma perchè è il processo di evoluzione che lo richiede, perchè tutto questo ti ha preparato a qualcosa di ignoto, per cui c'è la paura, ma se si oltrepassa il confine si scopre cosa la vita è pronta a darti solo se ci credi al 100%, solo se sei disposto a metterti in discussione, se sei disposto a calare tutte le maschere che hai costruito inconsciamente assecondando il giudizio altrui.
Quando ti riconosci guardandoti negli occhi, nello specchio dell'anima e ti vedi dopo tanto tempo, riconosci immediatamente che nulla ha senso se non ciò che stai guardando, nulla è più importante di quegli occhi.
Il meritarsi qualcosa non nasce da quanta strada fai durante il giorno ma dalle impronte che lasci sul cammino. Non è quanto ma come. Sentire di meritarsi quella cosa che stai solo immaginando potrebbe avvicinarla a un palmo dal tuo viso, a quel punto non ti rimane che una cosa da fare: Afferrarla e godertela fino alla fine.
Io ho un sacco di cose da fare durante il giorno, io ho quegli occhi davanti a me tutto il tempo, io voglio prendermi cura di quegli occhi, voglio stare bene insieme, io e quegli occhi abbiamo un sacco di cose da fare insieme.
Fermarsi ad ascoltare, a parlare fino al punto di equilibrio dove nulla più conta se non quegli occhi che sanno di amore, che ti guardano e in cui ti riconosci profondamente.
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